Memoria
Il murales celebra Giovanni Petronio Russo e Carmelo Salanitro, due figure simbolo di Adrano: Russo, inventore e artista, rappresenta l’ingegno e la creatività; Salanitro, insegnante e antifascista, incarna il coraggio e la libertà di pensiero. Attraverso sguardi intensi e contrasti di luce, l’opera unisce memoria e futuro, trasformando il muro in un luogo di riflessione e identità collettiva. Raffigurare due persone come Giovanni Petronio Russo e Carmelo Salanitro su un muro non è soltanto un atto artistico, ma un gesto di riconciliazione tra memoria e presente, una dichiarazione di continuità tra ciò che siamo e ciò che scegliamo di ricordare. Entrambi rappresentano due forme diverse ma complementari di resistenza umana: Russo, con il suo ingegno e la sua sete di progresso, incarna la forza creativa dell’intelligenza, la capacità di sognare e costruire nonostante i limiti del proprio tempo. Salanitro, con la sua fermezza morale e il suo sacrificio, incarna la forza etica, quella che nasce dal coraggio di restare fedeli ai propri ideali anche di fronte alla persecuzione. Metterli insieme in un’unica opera significa unire mente e coscienza, tecnica e verità, invenzione e libertà. Il muro, da semplice superficie urbana, diventa una pelle collettiva, una testimonianza viva in cui la comunità può specchiarsi, riconoscersi, interrogarsi. Rappresentare questi due volti significa anche restituire dignità a ciò che la storia tende a dimenticare: uomini che hanno lottato non per potere o gloria, ma per principi universali — la libertà, la conoscenza, la giustizia. In questo senso, il murales non celebra solo due vite, ma una visione del mondo: quella in cui il sapere e il coraggio sono strumenti per migliorare l’umanità. È un invito silenzioso ma potente: a non dimenticare, a creare con coscienza, a vivere con responsabilità.
Ubicato in Via fratelli cervi città di Adrano 2018.


















Murales e progetti artistici di Poliops
Sotto lo stesso cielo












Quest’opera è dedicata al conflitto in Siria, una delle guerre più lunghe e dolorose del nostro tempo.
Attraverso un linguaggio silenzioso ma potente, vuole rendere omaggio alle vittime civili, a chi ha perso la vita, la casa, la famiglia, e a tutti coloro che continuano a vivere tra le rovine e la paura.
Dal 2011, la guerra in Siria ha provocato oltre 580.000 morti, tra cui più di 300.000 civili, secondo le stime delle Nazioni Unite. Dietro questi numeri si nascondono storie, sguardi e sogni spezzati — un’umanità ferita che l’arte può ancora ricordare e trasformare in consapevolezza.
Quest’opera non cerca di giudicare, ma di testimoniare, di mantenere viva la memoria e di ricordarci che la pace, la libertà e la dignità umana restano le uniche vere vittorie.
Evento « Vanedda Street Art », curato da Clara Pennisi, Salvo Cosentino e Luigi Torrisi. Città di Valverde 2018.
Un solo respiro














Questo murales nasce come un grido silenzioso contro ogni forma di razzismo, discriminazione e indifferenza. Attraverso un intreccio di volti, colori e simboli universali, l’opera celebra la diversità come forza vitale dell’umanità. Ogni volto, pur diverso per origine e tonalità, condivide lo stesso sguardo e lo stesso respiro — quello della dignità, della libertà e del diritto di esistere senza paura.
I colori si fondono senza confini, come un’unica pelle che accoglie tutte le altre. Le mani che si tendono rappresentano l’incontro, la solidarietà, la possibilità di costruire insieme un mondo più giusto. Il murales invita a guardare oltre le apparenze, a riconoscere l’essere umano prima del colore, della lingua o della cultura. Contro il razzismo, l’arte diventa memoria, voce e ponte: un luogo dove le differenze non dividono, ma si trasformano in armonia.
L’opera è stata commissionata dal Comune di Biancavilla come messaggio pubblico di inclusione e rispetto reciproco. Tuttavia, non è mai stata ufficialmente inaugurata dalle stesse autorità che l’avevano commissionata — un fatto che, simbolicamente, amplifica ancora di più il suo significato: ricordarci che la lotta contro il razzismo non si esprime solo con le parole, ma con i gesti, la presenza e il riconoscimento.
Ubicazione: Biancavilla (CT), Italia – 2017
Oro nero, sete bianca












In molte regioni dell’Africa, l’acqua vale meno del petrolio.
Mentre le multinazionali estraggono ogni giorno milioni di barili di greggio, milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, un diritto umano fondamentale.
Secondo le Nazioni Unite (UNICEF e OMS, 2024):
1 persona su 3 in Africa subsahariana non dispone di acqua sicura.
400 milioni di persone vivono senza servizi igienici di base.
Ogni giorno oltre 1.000 bambini muoiono per malattie legate all’acqua contaminata.
Il continente esporta più di 7 milioni di barili di petrolio al giorno, generando profitti enormi che raramente vengono reinvestiti in infrastrutture idriche o sanitarie.